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“Tradizione, Cultura, Identità: Il vino oltre confine”

La settimana scorsa ho ricevuto l’incarico di seguire, fotograficamente parlando, un workshop a tutto tondo sul vino. Sostanzialmente, si è trattato di effettuare un reportage sull’attualità, il futuro, le prospettive e le problematiche relative ad uno dei miei più acerrimi nemici 😀
Mio padre, veneto, era un cultore del vino da sempre: lo apprezzava, se lo godeva sia da solo che in compagnia (ma soprattutto in compagnia), e lo produceva con le sue mani, spesso imbarcandosi in viaggi della speranza, col suo motocarro, per andare a procurarsi le uve della sua terra natia; negli ultimi anni di vita si è perfino messo ‘di buzzo buono’ a studiare, e si è preso la soddisfazione di diplomarsi sommelier.
E indovinate un po’? Io sono astemio. Ma cintura nera, proprio. Quinto Dan. Un figlio degenere 😀 Non ne sopporto nemmeno l’odore, e quando il vino fermentava nelle botti di mio padre, non riuscivo a stare a casa.
Ho accettato il lavoro, e sebbene non sappia dove sia mio padre adesso – forse solo nei miei ricordi – l’ho immaginato ridendo. Ma che dico ridendo, scompisciandosi! I colpi bassi della vita.
Detto questo, è stato un vero piacere assistere ad un evento preparato con molta cura, con personaggi di spicco, interventi di altissimo livello, condotto magistralmente e ricco di contenuti e spunti di riflessione: nonostante il mio ripudio per l’oggetto di tanto discutere, i dibattiti sono stati molto interessanti, abbracciando numerose tematiche collaterali e sfociando spesso in visioni allargate sullo stato della ristorazione in Italia (e nel confronto col resto del mondo). Complimenti quindi agli organizzatori, Affinità Elettive, al consorzio del Prosecco DOC, all’hotel Punta Negra di Alghero e a tutti i relatori.

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